Laura Giovinazzi, Margherita Criveller
Università degli studi di Milano
La FAIRNESS delle pratiche adottate dalla comunità scientifica dipende tanto dalle azioni dei singoli quanto dalle infrastrutture e dai servizi ad essi disponibili. Questo poster mostra come l’introduzione e il rafforzamento di servizi a supporto incidano in modo misurabile sull’ utilizzo di repository per i dati e sulla qualità FAIR dei dataset. Presentiamo evidenze tratte da una recente analisi delle pratiche di deposito da parte di ricercatori affiliati all’Università degli Studi di Milano ‘La Statale’ durante la sottomissione di prodotti di ricerca alla VQR 2020-2024. Sebbene solo una minoranza di risposte indichi i rispettivi link e repository, emerge un uso consistente del repository istituzionale Data@UniMI, rafforzato dai servizi di supporto di ateneo, rispetto ad archivi con minore curatela come Zenodo e i repository disciplinari. Inoltre, dalla data di installazione e primo utilizzo di DataverseUNIMI ad oggi, i ricercatori UNIMI mostrano una preferenza per il repository d’ateneo rispetto a Zenodo. Questi pattern suggeriscono che la presenza di infrastrutture e personale dedicato favorisce il ricorso a pratiche FAIR, con DOI, metadati strutturati e policy chiare, mentre permangono pratiche eterogenee e poco monitorate altrove. Analizziamo come l’introduzione di data stewards si associ positivamente ad un uso più frequente e consapevole di Dataverse, ampliando la qualità dei metadati, favorendo il riutilizzo. Il contributo propone dunque un modello operativo su tre piani interconnessi: (1) i servizi di front-office (sportello, formazione e supporto per i DMP); (2) la curation e il controllo di qualità (validazioni, standard disciplinari, licensing); (3) il monitoraggio e il feedback (audit periodici, PIDs, download), fornendo una roadmap replicabile per quelli atenei che vogliano tradurre i principi FAIR in pratica quotidiana, migliorando visibilità, conformità e impatto dei dati di ricerca.